Le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia sono andate come ci si aspettava: vince la destra e la maggioranza delle persone non va a votare.

Siamo di fronte a un crollo drammatico della partecipazione democratica: nel Lazio l’affluenza è scesa di quasi 30 punti percentuali (dal 66.5% del 2018 al 37.2% di quest’anno) e in Lombardia è andata pure peggio (dal 73.1% di cinque anni al 41.7% di oggi).

Questo dato non ci coglie di sorpresa, nulla ci faceva presagire altri risultati.

Ma siamo molto preoccupati per lo stato della democrazia nel nostro paese.

In questi anni abbiamo promosso la partecipazione attiva, sostenendo giovani candidate/i che si battessero per il cambiamento, per la giustizia sociale, per i diritti ambientali, sociali e civili. Questi temi hanno trovato pochissimo spazio nei programmi degli schieramenti in campo in Lombardia e Lazio, che proponevano alleanze diverse nelle due regioni, creando confusione nella proposta politica e dimostrandosi rinunciatari, interessati solo alle dinamiche interne e alla questione delle alleanze (quanto pesa il Pd, gli M5S, il Terzo Polo?).

Le forze politiche sono invece disorientate dalla sconfitta alle politiche, puntano alla salvaguardia, badano alla sopravvivenza e non alla credibilità della proposta politica.

Per questo siamo particolarmente orgogliosi di essere andati controcorrente, sostenendo 4 giovani, due ragazzi e due ragazze. Il risultato raggiunto da Irene, Valeria, Lorenzo e Paolo indica chiaramente che senza un lavoro di radicamento, senza idee chiare e un modo coerente di presentarle, senza affrontare i grandi temi che preoccupano le italiane e gli italiani (la povertà, la crisi ambientale, il lavoro, una società che cambia, le tecnologie) non c’è geometria o alchimia politica che tenga.

In questo contesto, il  nostro progetto di far eleggere candidati e candidate in grado di portare dentro le istituzioni maggiore giustizia sociale e ambientale, ha sostenuto 4 candidati contribuendo ad eleggerne a 1, Paolo Romano che a Milano ha raccolto 9266 preferenze, Ma anche i 3 che non hanno centrato l’obiettivo dell’elezione ci dicono in modo chiaro che la nostra è la strategia corretta da perseguire. Irene Zappalà infatti non viene eletta a Milano per una manciata di voti (50!), Valeria Campagna è stata la più votata nella sua lista a Latina e Lorenzo Sciarretta è il secondo più votato nella sua lista nella circoscrizione di Roma. Non male vero?

 

I prossimi passi sono chiari: in vista delle prossime elezioni amministrative, ribadiamo con forza che Ti Candido lavora per fare emergere una nuova classe dirigente in grado di raccogliere le sfide del presente.