In questi primi giorni di campagna, Ti Candido ha suscitato diverse sollecitazioni: in molte e molti hanno donato, sono arrivate le prime possibili candidature, ma ciò che ci sembra centrale è la voglia di capire alcuni nodi progettuali. Come comitato promotore, pensiamo che lo sviluppo e il miglioramento del progetto passino da un continuo confronto con la comunità che si sta aggregando.

Il punto è chiaro: se Ti Candido si pone come progetto che intende sostenere candidature singole in quanto espressione di comunità attive, di alleanze sociali e coalizioni civiche territoriali, il nostro obiettivo è essere ponte tra chi ha mostrato interesse e un nuovo modo di intendere l’attivismo. Comunità è chi comunità fa.

Per questo, dopo gli ultimi aggiornamenti (no a candidature singole, si a candidature di comunità, aiuteremo tutti i candidati, ci vediamo a Bologna il 14 aprile) abbiamo deciso di mettere in evidenza alcune domande che Ezio Manzini ci ha posto via mail.  Manzini è uno dei maggiori studiosi italiani e mondiali di design per la sostenibilità e nel suo ultimo libro ha messo in chiaro un nuovo modo di fare politica: ecco i suoi due libri When Everybody Designs. An Introductin to Design for Social Innovation (MIT 2015) e Politiche del quotidiano (Edizioni di Comunità – cheFare).

In un dialogo avuto con noi, mette in evidenza alcuni snodi progettuali che possono aiutarci ad essere più chiari. Di seguito le risposte e i suoi quesiti, punto su punto.

 

Perché sosteniamo candidati alle elezioni comunali?

TiCandido: In questa prima tornata abbiamo deciso di concentrarci sul livello comunale perché alle elezioni regionali o europee servono molte risorse economiche e che l’inserimento nelle liste è frutto di interlocuzioni partitiche difficilmente scalabili da nuovi soggetti in tempi così brevi. Partire dal locale ci darà il tempo di crescere. Se per Ti Candido, gli eletti devono essere un ponte fra gli interessi dei meno rappresentati e i luoghi della decisione, allora serve partire nei giusti contesti, dove è possibile con maggior probabilità di innescare nuove dinamiche e fare la differenza.

Ovunque in Italia ci sono elezioni comunali e in questo primo test riteniamo di poter sostenere candidati consiglieri comunali (non necessariamente candidati sindaci): se il modello regge, con maggior consapevolezza e risorse potremo potremo affrontare le dinamiche elettorali a livello regionale nel 2020 e dal 2021 nelle grandi aree urbane per poi lavorare a livello nazionale per sostenere deputati e senatori. Siamo consapevoli che i rischi sono alti perché il ruolo del consigliere comunale sembra poco proficuo, a differenza di quello di consiglieri regionali o parlamentari. Questo perché i consiglieri comunali svolgono perlopiù funzioni di controllo e, con potere minore, di indirizzo. Dobbiamo cercare di valorizzare i candidati come espressione di comunità, che potrebbero spendere le risorse che il progetto mette a disposizione a beneficio del collettivo e del progetto, o al candidato sindaco mantenendosi su città medio-piccole. 

Il nostro orizzonte è la costruzione di una nuova generazione di politici espressione di comunità attive, di alleanze sociali e coalizioni civiche territoriali in grado di fare la differenza e mettere la giustizia sociale al centro del loto impegno.

 

Candidati Validi in che senso?

Manzini: Si legge da qualche parte che devono essere espressione di comunità attive, ma è davvero così? E se è così, come credo, secondo me dovrebbe essere più chiaro. Per esempio: il manifesto dice cose belle e giuste, ma non chiarisce il fatto che i candidati debbano davvero essere espressione di realtà di base.

 

TiCandido: In tanti ci avete sollecitato in questo punto. Essere espressione di una comunità è sicuramente uno dei criteri che dobbiamo valorizzare (ci stiamo lavorando). Se il manifesto valoriale è lo spartiacque per ogni scelta –  e dalle prime candidature arrivate questo aspetto sembra essere stato percepito molto bene – è necessario però chiarire maggiormente che senza radicamento territoriale e attivismo non possiamo parlare di nuove forme di rappresentanza. Ti Candido intende cambiare le dinamiche chiuse dei partiti che difficilmente danno potere a chi è meno rappresentato. Aiuteremo chi nasce nelle comunità e arriva nei partiti, non viceversa.

 

Chi decide chi è valido?

Manzini: “Questo proprio non l’ho capito. Forse c’è scritto ma non l’ho visto. Il manifesto scrive cose buone e giuste, ma chi lo decide?”

 

TiCandido: Tutti i candidati in linea con i valori di Ti Candido devono avere il nostro aiuto. Partiremo da un incontro formativo, il 14 aprile a Bologna, rivolto a tutti i potenziali candidati che si impegneranno politicamente per aumentare la giustizia sociale. L’incontro sarà occasione per conoscere ogni biografia e condividere con la comunità i criteri di distribuzione delle risorse economiche che verranno usati dai componenti del comitato (cioè i promotori).

Conosceremo anche quelli che abbiamo definito “fiancheggiatori”, ovvero le persone più attive che stiamo “associando al progetto” in queste ore.  Ci daremo anche alcune regole per la gestione delle risorse: valuteremo le esigenze per ogni contesto, daremo risorse a seconda della dimensione locale, cercheremo di essere presenti in tutto il territorio, solleciteremo le comunità perché sostengano i loro candidati e ci impegneremo per rappresentare comunità, reti e pezzi di società.

 

Che relazione con i partiti?

Manzini: “Anche questo non l’ho capito. Possono essere supportati da TiCandido candidati PD, LU, PAP, + Europa , … 5 Stelle? … altri?  Inoltre: un candidato che si presenti con un partito e aderisca al vostro manifesto, come si comporterebbe quando emergesse un conflitto tra ciò che dice il manifesto e ciò che fa il partito che lo ha eletto?”

 

TiCandido: Lavoreremo sulla “galassia” di centro sinistra  e sulle civiche ascrivibili a questa area. La relazione con il partito, in caso di elezione, rimarrà una prerogativa degli eletti . Il nostro “patto partecipativo”  è circoscritto all’aiuto nella fase di competizione elettorale, nella convinzione di inserire nel sistema “ingredienti” migliori di altri. Poi non possiamo né vogliamo manovrare o controllare quel che succede poi, né tantomeno entrare, come comitato, in una dialettica con i partiti.

Siamo un comitato di azione politica, non un partito o un movimento, né tantomeno una corrente. Terremo alto il livello di comunicazione con tutti i candidati supportati: l’obiettivo è creare forme di sostegno continue sulle politiche e sui provvedimenti utili a cambiare i contesti locali in cui possiamo fare la differenza. Saremo di supporto, anche attivando la comunità più allargata, per non lasciare soli tutti i candidati che vogliono fare la differenza.

 

In cosa consiste l’aiuto?

Manzini: “E’ solo per sostenere le spese della campagna elettorale? E’ fisso per tutti? Chi controlla come i soldi verranno spesi?”

 

TiCandido: Le risorse economiche sono la base di partenza ma,  come già specificato, tutti i candidati che sottoscrivono il manifesto avranno forme di sostegno attivo. Uno degli obiettivi di questo primo ciclo di attività è capire quali altre forme di sostegno possono essere utili. Sicuramente vorremmo trasferire alcuni competenze sull’organizzazione di una campagna con strumenti gestionali e supporto con materiali di comunicazione standard. Organizzeremo momenti di formazione, prima e dopo il momento elettorale.

In questa fase stiamo chiedendo ai candidati quali potrebbero essere le voci di spesa ammissibili nel contesto in cui si trovano, per definire quale potrebbe essere la somma ideale da assegnare. Ma su un principio vogliamo essere chiari: i candidati rendiconteranno al comitato come vengono spesi i soldi. Il comitato farà lo stesso verso la comunità di donatori.

 

Perché si dovrebbe aver fiducia di voi (e contribuire economicamente al progetto)?

Manzini. “Forse la strategia è di trasmettere il messaggio solo tra chi si conosce (io ho fiducia in voi e faccio girare ad altri che penso abbiano fiducia in me, e così via). Se è così, e pensate basti, non ho nulla da aggiungere. Se invece si pensa di raggiungere altri… occorrerebbe rendere più chiaro chi è il gruppo che propone, e perché e come può dare garanzie.”

 

TiCandido: In questa prima tornata mettiamo in ballo la nostra credibilità personale, le buone intenzioni e la qualità del progetto. È naturale pensare che oggi la fiducia sia mediata da relazioni personali, dovranno poi essere i risultati, la trasparenza e la cura del processo a far fare un salto di qualità. Basterà? Dipende.

Per arrivare ai primi 25.000 euro teoricamente basterebbero 500 persone che donano 50 euro. Ma l’obiettivo di Ti Candido non è fermarsi a questo primo giro, vogliamo essere un’esperienza che continua nel tempo e per questo stiamo già progettando un salto di scala dal punto di vista delle risorse economiche e dell’organizzazione complessiva del progetto.