Come Ti Candido non abbiamo in alcun modo partecipato a questa tornata elettorale.

Le elezioni anticipate, una legge elettorale che grida vendetta e che incoraggia metodi di selezione dall’alto delle candidate e dei candidati sono l’esatto contrario di una campagna che nasce per promuovere candidature dal basso e attraverso la partecipazione. Che il Parlamento uscente non abbia cambiato la legge è una responsabilità grave di una politica lontana da tutto.

Ci sarebbe moltissimo da dire su un esito che per come si erano costruiti gli schieramenti elettorali era scontato. Proviamo a dirne poche per capire cosa possiamo provare a fare noi.
Parliamo del campo che ci interessa.

Il primo dato è l’astensione mai così alta: una sinistra ambientalista e democratica che non sappia incoraggiare la partecipazione, mobilitare, è destinata a perdere o a raccogliere più consensi nei quartieri centrali delle città lontani: gli interessi dei ceti popolari non basta evocarli, ma dare loro risposte, essere nei luoghi del disagio non come esploratori, rappresentarli. Nessuna delle forze politiche non di destra ha saputo generare entusiasmo, nemmeno i 5 Stelle, che possono considerarsi relativamente soddisfatti pur avendo perso per strada metà dei loro consensi.

Il centrosinistra ha cambiato tre facce in breve tempo, passando dall’Agenda Draghi all’antifascismo, dal Jobs Act ai diritti del lavoro e così via. L’assenza di un’idea chiara sulla propria identità, direzione del Paese, elettorato di riferimento continua e con essa le sconfitte.
Alla sinistra del Pd i rossoverdi reggono senza crescere, ma non hanno la capacità di raccogliere voti in uscita da altri partiti, Unione Popolare ottiene un pessimo risultato.

La sinistra-sinistra e la sinistra moderata non sono attrattive a livello nazionale. Il modo in cui funzionano, le correnti, l’inamovibilità dei gruppi dirigenti, la cooptazione degli eletti sono difetti che riguardano tutte queste forze.

E così tra idee vaghe e complicate, riformismo a parole (le stesse da 20 anni), europeismo a qualsiasi costo (per i ceti più in difficoltà), oppure parole d’ordine roboanti urlate da forze politiche molto piccole, la sinistra perde, prende i voti nei centri urbani, viene sostituita dalla destra tra i ceti popolari che agitano paure e risposte semplici.

Sappiamo invece che spesso, a livello locale, per fortuna non va così. Ci sono liste civiche, liste Pd, liste rossoverdi capaci di raccogliere consensi, vincere elezioni anche in posti difficili, generare partecipazione ed (almeno un po’ di) entusiasmo.

Se confrontiamo alcuni dati cittadini delle scorse amministrative con i risultati delle politiche negli stessi luoghi sono impietosi. Eppure sono passati solo pochi mesi.

Cosa fare allora? Intanto cominciare a costruire l’opposizione non pensando che si faccia su TikTok o in televisione e sapendo che se la destra avanzerà proposte che cancellano i diritti delle persone e dei lavoratori serviranno grandi mobilitazioni.

Le scelte dei partiti ci toccano ma non ci riguardano, ma senza attivare energie nuove, far crescere gruppi dirigenti radicati sui territori, discutere davvero della direzione da intraprendere qualsiasi formula o schieramento è destinato a sbriciolarsi come è avvenuto nella campagna elettorale appena terminata.
In questo senso gli eletti nei Comuni e nelle Regioni, come anche quelli a livello nazionale, dovranno fare in modo di esserci, lavorare a parlare una lingua simile, veicolare messaggi, costruire e favorire la partecipazione (mentre qui e là ci è sembrato che la partecipazione venisse svilita, vista come un problema per chi deve gestire liste e candidature).

Per quanto ci riguarda, cercheremo di consolidare quella rete di eletti che abbiamo cominciato a costruire. Sono tanti, non solo quelli che abbiamo sostenuto, vengono da forze politiche diverse, sono rappresentativi e spesso giovani. Puntiamo su di loro.

L’altra cosa che faremo è tornare ad investire sulla formazione, con una nuova edizione della Scuola di Mobilitazione Politica. Stiamo lavorando alle modalità e al programma, ma ci pare vitale fornire strumenti, idee, mettere in connessione persone che abbiano voglia di fare politica ma non sappiano bene da dove cominciare.
Siamo qui per questo e proprio quando le cose non vanno bene è importante darsi da fare.