Ci sono problemi che possono essere risolti sono con grandi investimenti infrastrutturali, ma non dobbiamo cadere nell’errore che quelle siano le uniche azioni importanti.

Troppo spesso abbiamo assistito a enormi sprechi proprio perché gli investimenti fatti non erano utili a nessuno.

Per questo, consigliamo di partire dal basso, mettendo in campo azioni che partano dalla costruzione di comunità attive.

Abbiamo chiesto alla nostra fiancheggiatrice Meg Pagani una serie di soluzioni che possono rispondere ad alcuni dei temi emersi nelle campagne elettorali locali, anche mirando al post elezioni.
Il superpotere di Meg infatti è “leggere l’architettura di movimenti e modelli sociali per tradurla in programmi da adattare e usare in diversi contesti”. Meg applica questo suo superpotere quotidianamente con la società che ha fondato, Impacton, impresa sociale che analizza, seleziona e diffonde i migliori progetti di impatto sociale e ambientale su scale globale.
Nello sceglierle, Meg si è concentrata su soluzioni “community driven”, dove cioè, la co-progettazione e il senso di appartenenza a quella soluzione da parte della comunità locale è un elemento necessario e fondamentale alla riuscita del progetto.
“Ovviamente” ha specificato la stessa Meg in un messaggio vocale “sono soluzioni che devono essere adattate al contesto locale, e per fare questo ci sono varie metodologie a disposizione”.
  1. Circuito di recupero alimenti in esubero dai mercati, accompagnato a programmi nutrizionali bimensili per le famiglie.
  2. Sport e attività all’aria aperta in spazi poco frequentati recuperati a basso costo: ad esempio campi da gioco con vernice e materiale riciclato, realizzato collaborativamente includendo tutti gli attori del quartiere.
  3. Recupero anche momentaneo di spazi inutilizzati con l’abitazione di micro imprese legate al riciclo/riutilizzo di materiali di scarto e rifiuti quali ad esempio plastica, vetro, caffè, tessuti, grondaie, arachidi, copertoni (ciascuna risorsa è trasformata in oggetti o materia prima, come ad esempio filo per la stampa 3D).
  4. Laboratori attrezzati per ospitare associazioni di riparatori (biciclette, computer, elettrodomestici, etc.. ).
  5. Appuntamenti ricorrenti dove giovani e anziani collaborano al fine di recuperare alimenti in esubero e fare conserve.
  6. Implementazione di un circuito di recupero vestiti per mamme (local swapping).
  7. Club di corsa per senzatetto (settimanale) in collaborazione con associazioni tematiche locali, mense e centri sportivi.
  8. Orto comunitario (meglio se in edificio recuperato) che includa anche una o più strutture di idroponica.
  9. Kit per le scuole su sensibilizzazione all’emergenza climatica e azioni di risposta a tale emergenza, da distribuire su scala municipale.