Elena Ostanel
“Credo in una politica capace di rispondere ai bisogni concreti, con competenza, ma senza perdere un orizzonte ideale. I Veneti non hanno mai visto come si sta con una Regione che esce dal Palazzo e torna ai territori.”
Elena Ostanel è candidata consigliere regionale della Regione Veneto, collegio di Padova, lista “Il Veneto che Vogliamo”.
Giovane ricercatrice e attivista ed esperta di rigenerazione urbana, portavoce del movimento Veneto che Vogliamo. La sua elezione non è facile considerato il contesto veneto che pare dominato da Zaia e dalla Lega Nord.
Ma il nostro punto di vista è diverso: il movimento di cui Elena è portavoce, grazie a più di 2.000 attivisti in tutta la Regione, e la sua storia, sono da sostenere con coraggio.
Chi è Elena
Sono nata a Motta di Livenza, un paese nella provincia di Treviso 37 anni fa e oggi sono ricercatrice all’Università Iuav di Venezia. Mi occupo di rigenerazione urbana, disuguaglianze e cittadinanza attiva. Studio come creare il giusto equilibrio tra i bisogni delle persone e l’organizzazione di una comunità, come immaginare nuovi modi di stare insieme per riattivare i quartieri in sofferenza.
Per lavoro negli ultimi due anni ho vissuto a Toronto, in Canada. Oggi sono tornata a Padova, una città che mi ha dato tanto, anche la possibilità di essere consigliere comunale non appena terminata l’Università e di imparare sul campo quanto conta che le istituzioni diventino migliori.
A Padova nel 2009 ho contribuito a dare vita ad un circolo Arci e nel 2014 ho fondato un’impresa sociale, oggi Spin Off Universitario, che gestisce uno spazio di coworking ed ha contribuito negli anni a portare al centro i temi della rigenerazione urbana in città. La passione per la politica è un bellissimo dono che ho ricevuto da mio nonno. Una spinta a realizzare, con fantasia e concretezza, quel cambiamento che ognuno di noi vorrebbe vedere nella società. Con questo spirito ho partecipato alla nascita di Coalizione Civica per Padova e alla creazione del Veneto che Vogliamo, un movimento civico regionale, di cui oggi sono portavoce.
Perché ti candidi? Quali sono i valori che vuoi portare dentro le istituzioni?
Troppe persone, in particolare i più giovani, si sono allontanate dalla politica perché manca di capacità di ascolto, di competenze e concretezza. In questi mesi mi sono spesso scontrata con chi mi diceva “chi te lo fa fare”, ma quando ero in Canada ho imparato che la politica non è per forza una cosa distante e sporca. Ho deciso quindi di rientrare in Italia per mettere a disposizione ciò che ho imparato. Perché penso che una candidatura libera, che non regala promesse, ma costruisce con le comunità, possa offrire molto.
Credo in una politica capace di rispondere ai bisogni concreti, con competenza, ma senza perdere un orizzonte ideale. I Veneti non hanno mai visto come si sta con una Regione che esce dal Palazzo e torna ai territori. Una Regione che supporta i Comuni indipendentemente dal colore politico del Sindaco. Una Regione che coinvolge i cittadini, li sostiene, fuori dalle logiche della vecchia politica. Penso che sia arrivato il momento di costruire un progetto ampio, unitario, che unisca tutte le persone attive in Regione ma che oggi si sono allontanate dalla politica.
Da eletta cosa farai?
Le istituzioni devono favorire la partecipazione delle persone alle decisioni strategiche. Da eletta lavorerò per promuovere un metodo di lavoro nuovo, che non coinvolga solo i soliti noti, ma anche i piccoli player che fino ad oggi non hanno avuto alcuna interlocuzione seria con la Regione Veneto.
Negli anni di consiliatura lavorerò per cambiare le politiche di genere, per ottenere la parità in tutti gli ambiti di cui la politica si occupa, le politiche ambientali e in tema di urbanistica, per raggiungere il consumo di suolo zero, le politiche sociali e culturali, dimostrando con i fatti che l’attivazione delle comunità, la riappropriazioni delle spazi cittadini è il primo elemento per aumentare sicurezza, servizi e benessere.
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