Noi sosteniamo:

Valentina Barale

Valentina Barale, 46, capolista di Buongiorno Livorno, con Potere al Popolo a sostegno del candidato Sindaco Marco Bruciati.

“Mi candido perché la mia battaglia, o meglio la nostra battaglia, è quella di riportare la città al centro dell’azione politica, con la gestione dei servizi pubblici in mano pubblica e coinvolgendo nella progettazione le categorie da sempre escluse, in primis le donne”.

Chi è Valentina

Lavora nel settore pubblico occupandosi di relazioni sindacali e questioni amminstrative, ha 46 anni e due figli. Militante politicamente attiva dal 2013, a seguito dell’appello lanciato da Buongiorno Livorno, nel Direttivo come referente del tavolo “Economia e Lavoro”.

Tra le promotrici dell’instaurazione dei rapporti con la rete Fearless Cities lanciata dalla sindaca Ada Colau e Barcelona En Comù, si occupa di sviluppo e attuazione del concetto di municipalismo e di femminilizzazione della politica, alla redazione di comunicati, mozioni, interpellanze e vari atti consiliari e del piano comunicativo di Buongiorno Livorno.

Nel 2018 candidata al collegio Uninominale di Livorno per Potere al Popolo.

Supporto di TiCandido

Supporto per organizzazione spazi di confronto incentrati sul programma e supporto alla comunicazione.

Perché si candida?

Livorno è attualmente governata da una Giunta 5 stelle. Il Sindaco Nogarin non si presenterà di nuovo come candidato al ruolo di Sindaco, visto che ha scelto di correre al Parlamento Europeo, ma la continuità viene rappresentata dalla candidatura dell’attuale vice sindaca Stella Sorgente.

L’azione di governo è stata caratterizzata in questi 5 anni da una forte azione di marketing politico, utilizzando il nostro territorio come “prodotto elettorale” piuttosto che come territorio da curare, salvaguardare, promuovere.
La nostra città esce di nuovo sconfitta nella battaglia tra le segreterie nazionali, dopo essere stata per vent’anni terra di scontro tra le fazioni interne al PD.

Andiamo avanti da anni tra inutili promesse di finanziamenti a pioggia (siamo stati riconosciuti come Area di crisi industriale complessa con il governo Renzi, con progetti rimasti su carta e incentivi alle aziende mai erogati) e cambiamenti prospettati ma mai attuati (spegnimento dell’inceneritore, attuazione di percorsi partecipativi, piani di mobilità sostenibile, ristrutturazione dell’ospedale, etc.)

La mia battaglia, o meglio la nostra battaglia, è quella di riportare la città al centro dell’azione politica. Crediamo che solo ripartendo dai territori si possano ricostruire legami, relazioni, un tessuto politico e sociale.

Per questo crediamo sia fondamentale riportare la gestione dei servizi pubblici in mano pubblica e a guida locale, purché coordinata su aree di ambito. Crediamo che ci debba essere una programmazione a breve, medio e lungo termine, continuamente discussa e partecipata con e per la città.

Crediamo che sia necessario coinvolgere nella progettazione le categorie da sempre escluse, in primis le donne.

Vogliamo rafforzare le relazioni interne al nostro territorio, ma anche riagganciare Livorno a realtà esterne: costruire una rete di città che si contrappongono al modello politico dominante.

Lo vogliamo fare condividendo atti e pratiche politiche, ma soprattutto creando spazi e modalità di aggregazione e discussione.

La collettività deve riappropriarsi della città e delle proprie funzioni fondamentali: la città deve accogliere, educare, permettere a tutti di creare un progetto di vita, accrescere il benessere di tutti coloro che la abitano.

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