Lorenzo Radice

“Serve rigenerare servizi essenziali, come la cura del patrimonio pubblico e del verde, quest’ultimo da realizzarsi anche tramite il coinvolgimento dei cittadini, in una logica di cura di comunità.”

Lorenzo Radice è candidato Sindaco a Legnano, Provincia di Milano, a capo di una coalizione di centro sinistra.

Legnano è una delle roccaforti della Lega, il Sindaco uscente si è però dimesso a seguito di una condanna per abuso d’ufficio e turbativa d’asta.

Lorenzo Radice è un candidato giovane, con esperienza nel terzo settore e forte vocazione civica, che sta riuscendo a tenere insieme una coalizione larga di centro sinistra determinata sconfiggere Salvini.

Chi è Lorenzo

Sono nato 39 anni fa a Legnano, dove vivo, sono sposato con Silvia e abbiamo tre figli.

Lavoro come manager in una fondazione che opera nel sociale, dimensione che è sempre stata nelle mie corde fin da giovanissimo, quando mi sono impegnato nel volontariato e, in particolare, in un’associazione, la Scuola di Babele, attiva nell’integrazione dei migranti insegnando loro la lingua italiana.

Sono stato anche portavoce del Forum del Terzo settore Legnanese e, successivamente, membro del comitato di coordinamento.

Ho già avuto, dal 2010 al 2016, un’esperienza amministrativa come consigliere comunale nella lista civica Insieme per Legnano.

Perché ti candidi? Quali sono i valori che vuoi portare dentro le istituzioni?

Mi candido perché non posso restare indifferente alla situazione che sta vivendo la mia città, Legnano, per colpa dell’amministrazione di centro destra che non ha rassegnato le dimissioni quando non aveva più i numeri per governare, non ha un sindaco da quasi un anno e mezzo. È un anno e mezzo in cui la città ha perso occasioni, non ha potuto pensare a nuovi progetti da realizzare e a servizi per la cittadinanza; un aspetto, quest’ultimo, che l’emergenza coronavirus ha messo drammaticamente in luce.

Legnano ha quindi bisogno di rialzarsi e per farlo sono fortemente convinto che serva rompere con il recente passato e cambiare paradigma.

Se sarò eletto, non governerò la comunità ma con la comunità in una logica di sostenibilità integrale e di unione delle forze. Concentreremo le risorse su quelle iniziative che generano a loro volta altre risorse e opportunità. È questa la città che voglio realizzare: una città generativa, che unisce e moltiplica anziché dividere, che promuove sussidiarietà e collaborazioni, quella dove 1+1 può fare 3. I valori che fonderanno il mio mandato sono: legalità, trasparenza, ascolto e coinvolgimento dei cittadini.

Da eletto cosa farai? Immaginando che fosse il 2025, cosa avrai realizzato di innovativo?

L’esperienza insegna che in un mandato di cinque anni si possono vedere i frutti di alcuni progetti, ma altri si possono soltanto impostare.

Nell’immediato sarà possibile aprire i cantieri partecipativi nei quartieri per progettare con i cittadini la nuova viabilità legata alla rete verde e del commercio, ossia un sistema organizzato di parchi urbani, territoriali e rurali, giardini, itinerari alberati, corridoi ecologici, collegati tra loro e con i luoghi di pubblico interesse, che deve essere accessibile da percorsi pedonali e ciclabili, per quanto possibile, indipendenti dai percorsi motorizzati.

Nell’immediato bloccheremo l’iter per la nuova biblioteca che la giunta di centro destra voleva costruire nel centralissimo parco Falcone – Borsellino e cominceremo a lavorare al progetto di biblioteca diffusa, che vogliamo portare, insieme con altri servizi per la cittadinanza, nei centri civici periferici (quelli esistenti e quelli che vogliamo realizzare in altri due quartieri). Al momento la sede centrale della biblioteca resterà quella storica, dove sono in corso interventi per la messa a norma. Ma il nostro obiettivo è quello di realizzare una nuova biblioteca centrale al passo con i tempi negoziando le utilità pubbliche con gli operatori che riqualificheranno l’area ora dimessa della Manifattura, dove potranno trovare spazio anche laboratori di formazione per l’industria e l’artigianato 4.0.

Serve, poi, rigenerare servizi essenziali, come la cura del patrimonio pubblico e del verde, quest’ultimo da realizzarsi anche tramite il coinvolgimento dei cittadini, in una logica di cura di comunità.

Da ultimo la prossima amministrazione dovrà impegnarsi per far sì che l’impegno assunto dalla giunta regionale per continuare la valorizzazione e riqualificazione di parte del compendio del vecchio ospedale di Legnano sia rispettato con l’obiettivo di avere un vero Polo per la Salute di comunità.

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